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Älterer Herr sitzt unbeschwert auf einem Steeg und spielt und angelt mit seinen Enkeln

Trattamento del Parkinson e terapia: cause, sintomi e come può essere trattatato

Qui scoprirai di più sulle cause della malattia di Parkinson, su quali sono i sintomi e su come può essere trattata.

Cos'è il morbo di Parkinson?

Il morbo di Parkinson è un disturbo del movimento che colpisce circa 400.000 persone in Italia e oltre 10 milioni di persone nel mondo. È sia progressivo (ovvero avanza con il passare del tempo), sia degenerativo, perché è contraddistinto da una diminuzione continuativa delle cellule che producono dopamina nel cervello. La dopamina è un importante semiochimico, chiamato anche trasmettitore, con il quale il cervello comanda i movimenti. La perdita di cellule che producono dopamina riduce nel morbo di Parkinson la capacità dei pazienti di controllare o iniziare i movimenti, portando a sintomi come tremore, movimenti lenti, rigidità e portamento instabile.

Quali sono le cause del morbo di Parkinson?

Sebbene il morbo di Parkinson sia già stato descritto per la prima volta oltre 200 anni fa, la causa esatta è ancora sconosciuta. La forma più frequente della malattia parkinsoniana, che colpisce circa il 75% di tutti/e i/le malati/e, è la sindrome del Parkinson "idiopatica". La parola "idiopatica" significa "con causa sconosciuta".

Solo in circa il 15% dei pazienti viene individuata una componente genetica. La maggior parte degli scienziati ritiene che questa malattia sia dovuta a una complessa combinazione di fattori genetici e causati dall'inquinamento.

Quali sono i sintomi tipici del morbo di Parkinson?

In linea generale vi si riconoscono sintomi motori e non motori. Soprattutto i sintomi motori possono rendere difficile la vita di tutti i giorni. Fra questi rientrano il tremore, i disturbi del linguaggio, un portamento instabile e la rigidità.

Icon Tremolio

Tremolio

Disturbi del linguaggio

Disturbi del linguaggio

Icon Portamento insicuro

Portamento insicuro

icon Rigidità

Rigidità

Inoltre, spesso compaiono anche sintomi non motori. Sebbene il morbo di Parkinson riguardi un disturbo del movimento, i sintomi non motori possono ugualmente avere grandi ripercussioni sulla qualità della vita. I tipici sintomi non motori del morbo di Parkinson sono esaurimento, insonnia, depressione, sbalzi d'umore e dolori.

Icon Esaurimento

Esaurimento

Disturbi del sonno

Disturbi del sonno

Icon Depressione

Depressione

icon Dolori

Dolori

Come viene trattato il morbo di Parkinson?

Quali farmaci vengono prescritti per il morbo di Parkinson?

Ogni paziente con il Parkinson riceve un programma di trattamento personalizzato.

Il tuo neurologo potrà aiutarti a trovare il farmaco giusto o una combinazione di farmaci con cui ottenere il massimo sollievo possibile e che allo stesso tempo causi meno effetti collaterali possibili.

Di norma, per il trattamento del morbo di Parkinson viene prescritta la levodopa. Per prendere in considerazione la DBS devi reagire positivamente alla levodopa.

Fare movimento regolarmente si ripercuote positivamente sul morbo di Parkinson .

Fare movimento regolarmente può rallentare il peggioramento della malattia. In uno studio clinico con 10.000 pazienti è stato dimostrato che almeno 2,5 ore alla settimana di attività fisica, comprendente un allenamento con esercizi di resistenza, flessibilità e aerobici, può migliorare in modo duraturo la qualità della vita.

Qual è il decorso della malattia di Parkinson?

La malattia di Parkinson è una patologia neurodegenerativa progressiva tipicamente caratterizzata da sintomi motori e non motori. Durante le fasi iniziali possono insorgere sintomi non specifici, come un leggero tremolio, rigidità e movimenti lenti, a cui possono aggiungersi sintomi non motori, come la perdita dell'olfatto, disturbi del sonno e sbalzi d'umore.

Nel corso della malattia i sintomi motori si intensificano. I movimenti quotidiani diventano sempre più difficili e possono insorgere problemi di andatura e disturbi dell'equilibrio. Nelle fasi avanzate, possono risultare compromesse attività fondamentali come parlare, deglutire e svolgere le normali mansioni quotidiane. Inoltre, possono manifestarsi sintomi non motori, tra cui la demenza.

Qual è l'aspettativa di vita con la malattia di Parkinson?

Nel complesso molte persone affette dal Parkinson hanno un'aspettativa di vita come quella della popolazione generale. Una vasta gamma di studi indica al riguardo che l'aspettativa di vita con il Parkinson non si accorcia notevolmente, soprattutto se i sintomi sono ben controllati e il trattamento è ottimizzato in base ai singoli casi.

Come funziona la stimolazione cerebrale profonda?

La stimolazione cerebrale profonda è una procedura neurochirurgica in cui un chirurgo inserisce uno o due fili (chiamati elettrodi) nel cervello. Questi elettrodi sono collegati a un dispositivo con grandezza e forma simili a quelle di un pacemaker. Questo cosiddetto stimolatore cerebrale stimola determinate zone del cervello con l'aiuto degli elettrodi per mitigare i sintomi del disturbo del movimento.

Di solito la stimolazione può essere di aiuto in caso di invio errato di segnali nel cervello e può migliorare alcuni sintomi del disturbo del movimento. Molti pazienti riescono a eseguire di nuovo attività quotidiane che prima gli erano impossibili.

Posso prendere in considerazione la stimolazione cerebrale profonda?

I pazienti con la malattia di Parkinson sono candidati ideali per la stimolazione cerebrale profonda se soddisfano i requisiti seguenti:

  • I pazienti reagiscono positivamente al trattamento con la levodopa, tuttavia, non sono in grado di controllare i sintomi motori della malattia di Parkinson semplicemente con i farmaci.
  • La diagnosi di Parkinson sussiste da almeno cinque anni.
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I pazienti con la malattia di Parkinson sono candidati ideali se soddisfano quanto segue:

  • Reagiscono positivamente al trattamento con la levodopa, tuttavia non sono in grado di controllare i sintomi motori della malattia di Parkinson semplicemente con i farmaci.
  • Il Parkinson è stato loro diagnosticato da almeno cinque anni.
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I pazienti con la malattia di Parkinson NON sono idonei per la stimolazione cerebrale profonda se soddisfano quanto segue:

  • Reagiscono minimamente ai farmaci per il Parkinson.
  • Soffrono di perdita della memoria, difficoltà di concentrazione o sbalzi d'umore.
  • Sono affetti da patologie che impediscono un'operazione.
  • I pazienti sono già allo stadio tardivo del morbo di Parkinson.

Con la regola 5:2:1 è possibile sapere se la malattia di Parkinson è già avanzata.1,2

Gli indizi di una malattia di Parkinson avanzata sono, ad es., l'assunzione frequente di compresse in modo tale che ai pazienti rimane a malapena tempo per mangiare. La vita diventa sempre meno pianificabile a cause di improvvise fasi con sintomi.

Grazie alla regola del 5:2:1 è possibile valutare se questo momento è già sopraggiunto o meno.

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Assumi Levodopa 5 volte al giorno o più spesso?

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Per almeno 2 ore al giorno non sei in grado di muoverti o ti muovi a malapena (stato con sintomi)?

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Soffri di un eccesso di movimenti per più di 1 ora al giorno?

Se hai risposto SÌ a una o più domande, secondo gli esperti ti trovi a uno stadio della malattia avanzato.

Ma ogni persona è diversa. Chiedi allo specialista che ti assiste se per te è possibile ricevere la DBS.

Se prendi in considerazione la DBS, chiedi al tuo medico curante di inviarti a un centro specializzato in DBS.

Dopo l'invio i pazienti devono passare un processo di selezione dettagliato. Se risulti idoneo, riceverai un appuntamento per l'operazione.

Ältere Frau im Wohnzimmer sucht mit ihrem Laptop THS Klinik im Internet

Dove posso trovare il miglior Centro per la stimolazione cerebrale profonda?

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1. Antonini A et al.: Developing consensus among movement disorder specialists on clinical indicators for identification and management of advanced Parkinson’s disease: a multi-country Delphi-panel approach. Curr. Med. Res. Opin. 34(12), 2063–2073 (2018).

2. Malaty IA et al.: Does the 5–2-1 criteria identify patients with advanced Parkinson’s disease? Real-world screening accuracy and burden of 5–2-1-positive patients in 7 countries, BMC Neurol. 22, 1-13 (2022)

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